Cannabis Light Legale nel circuito dei tabaccai, l’esempio di Mr. Myld neonato distributore del settore

Giuseppe Grifeo

Giornalista professionista

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12 Risposte

  1. Lem ha detto:

    …. penso sia un grosso se non enorme errore, entrare nel settore tabaccai, in quanto questa mossa non sfuggirà allo Stato, sempre pronto a monopolizzare qualsiasi settore a lui già collegato.. vedi x il vape delle e-sigarette. Il settore della canapa nn industriale come tale, è e deve essere solo ed esclusivamente commercializzata attraverso grow-shop e simili, senza entrare nel business di altri..!!
    D’altronde nell’etichetta delle infiorescenze c’è scritto di non fumarle…. cosa le vendi a fare ai tabaccai, mettendo a repentaglio il lavoro italiano di tanti piccoli produttori..?
    … ma bravo che sei…
    E voi di canapa oggi lo intervistate…
    Bravi, Voi si che siete pro’ canapa…

  2. Lem ha detto:

    … commenti zero…?
    eppure sono sicuro che ne avevo lasciato uno… e nn vi è piaciuto..ehh.Anche qui la trasparenza o l opinione altrui nn piace.Come la critica al vostro sponsor…immagino, così censurate….
    incapaci oltretutto di non accettare critiche verso di voi..
    … amici del denaro nn della canapa..
    assomigliate sempre più a quei ragnetti rossi per la Canapa….

    • Giuseppe Grifeo ha detto:

      Buon pomeriggio! Chi sarebbe nostro sponsor? Non l’azienda oggetto dell’articolo. In stile puramente cronachistico e giornalistico si racconta la realtà del settore canapa italiano (e non solo d’Italia). Ci sono aziende che distribuiscono nei tabaccai perché si dicono più sicure che i titolari di questi negozi sorvegliano meglio che il prodotto non vada in mano a minori? Bisogna scriverlo. È la soluzione migliore dal punto di vista distributivo? Quali conseguenze? Si è aperti al dibattito e al confronto. Sono i lettori a dover dare la risposta. Canapa Oggi e io in primo piano, Giuseppe Grifeo, giornalista professionista da oltre 25 anni, devo osservare, fare domande e poi raccontare. Il parere a chi legge e commenta. Canapa Oggi narra lo stato dei fatti della Canapa Industriale e dei settori connessi o paralleli… altrimenti di molte cose non si avrebbe notizia e nemmeno un minimo di ritratto.

  3. Mario ha detto:

    Come e dove si acquista ?

    • Giuseppe Grifeo ha detto:

      Buon pomeriggio, l’azienda che è stata oggetto di analisi giornalistica ha descritto per bocca del suo amministratore unico che in gran parte vende in tabaccherie del Nord… ma non solo. Nell’ambito dell’articolo ci sono link al sito di Mr. Mild che ha una sezione dove inserire il proprio Cap: in questo modo la pagina web dell’azienda darà una risposta sia grafica in mappa, che scritta con indirizzo del punto vendita più vicino.
      A presto!

  4. michele ha detto:

    buongiorno, dal 2000 mi occupo di Canapa a livello di primo lavoro ( mi sono licenziato da Dir. Acquisti in importante azienda per entrare in questo mondo ) , da sempre sono convinto ( forse per la mia mentalità commerciale ) che se vogliamo che la Canapa ritorni alla grande necessariamente bisogna creare un giro virtuoso economico, altrimenti…tanti come me hanno dovuto abbandonare o implementare la propria attività perchè se la Canapa non rende, tante belle parole ma alla fine del mese si deve fare i conti col vil denaro…anch io inizierò commercializzazione di Canapa legale nel circuito erboristico e ..tabacchi se troverò giusto partner. In ogni caso ad ognuno la libertà massima di esprimere le proprie idea ma con i soli ideali non si mangia..

  5. daniele ha detto:

    Ora che le dogane a quanto pare costeranno l’importazione come vi state ponendo?

    Ritengo anche io la mera commercializzazione il più grave danno in ottica di recupero del patrimonio e il lavoro in Italia.

    Uno chef che compra in Svizzera e vende in Italia non da nulla al nostro paese ma solo al proprio portafoglio. Tali attegiamenti oltre a risultare in una concorrenza scorretta nei confronti di chi coltiva secondo normative europee, sono in grado di ingenerare equivoci e rendere più rigide le già rigide normative italiane.

    Una testata che si chiama canapa oggi dovrebbe essere maggiormente critica sull’import da paesi con normative non equivalenti.

    Sono dell’idea che vada ampliata ampliata ove possibile favorita, la filiera italiana a tutti vantaggio della nostra economia, del lavoro, della sensibilizzazione e fiducia dell’opinione pubblica.

  6. daniele ha detto:

    Ora che le dogane a quanto pare costeranno l’importazione come vi state ponendo?

    Ritengo anche io la mera commercializzazione il più grave danno in ottica di recupero del patrimonio e il lavoro in Italia.

    Uno chef che compra in Svizzera e vende in Italia non da nulla al nostro paese ma solo al proprio portafoglio. Tali attegiamenti oltre a risultare in una concorrenza scorretta nei confronti di chi coltiva secondo normative europee, sono in grado di ingenerare equivoci e rendere più rigide le già rigide normative italiane.

    Una testata che si chiama canapa oggi dovrebbe essere maggiormente critica sull’import da paesi con normative non equivalenti.

    Sono dell’idea che vada ampliata ampliata ove possibile favorita, la filiera italiana a tutti vantaggio della nostra economia, del lavoro, della sensibilizzazione e fiducia dell’opinione pubblica.

    • Giuseppe Grifeo ha detto:

      Buon giorno, ha usato proprio il termine giusto, “testata”. Il che vuol dire che, come da giornalismo puro, si racconta la realtà che ci circonda, in questo caso quello della Canapa industriale in genere.
      Canapa Oggi si rivolge al mercato professionale in primis, quindi deve parlare delle varie forme che stanno prendendo piede nel settore, colture, distribuzione, sperimentazione e altro.
      La critica o le distanze non si prendono con articoli “di cronaca”, quelli che raccontano cosa accade (e devono farlo asetticamente, umanamente parlando), ma si attuano con editoriali che sono articoli/approfondimento nei quali si ragiona, si riflette.
      Detto questo, anche in un articolo di riflessione (non è questo qui pubblicato) il massimo che si potrebbe fare è mettere in evidenza l’import di materia prima con Paesi che hanno diverse norme sulle caratteristiche del “materiale” oggetto di scambio, quindi sui controlli in Italia per far rispettare le nostre leggi.
      Poi anche una riflessione sulla distribuzione tramite i tabaccai, ragionamento non secondario, che oggi vede diverse prese di posizione, anche sullo stesso fronte dei tabaccai.
      Comunque, nel caso specifico dell’import dalla Svizzera, sempre a livello di cronaca, abbiamo scritto un articolo che mette in campo diverse contraddizioni: le autorità potevano fare di meglio e senza prestare il fianco su cose che, probabilmente, non conoscono bene. Questo è il vero guaio che inficia qualsiasi controllo, la capacità di farlo e di proteggere la realtà italiana. Da leggere al link: http://www.canapaoggi.it/2018/03/09/importazioni-di-cannabis-light-legale-confusione-svizzera-meglio-italiana/

  7. Guido ha detto:

    Ma non diciamo eresie!
    Utilizzare soltanto tabaccai come rivendita autorizzata sarebbe la morte di questo nuovo comparto.
    Verrebbe incrementata la tradizione tutta italiana di creare caste per chiudere la porta in faccia a tanti imprenditori che potrebbero nel loro piccolo creare migliaglia di nuovi posti di lavoro.
    E non siate ipocriti parlando di vendite “corrette” avendo maggiore controlli sui minorenni, spingete per una correzione della legge, ma non BLOCCATE il mercato, sarebbe una sconfitta per tutti, produttori, negozianti e consumatori , i quali andrebbero a pagare di tasca loro i costi maggiorati di questa ASSURDA politica di nepotismo e farebbe guadagnate soltanto la casta dei Tabaccai.

  8. Guido ha detto:

    Buongiorno.
    Perché il mio commento non è stato inserito? La verità fa’ male? La democrazia è libertà di espressione cara canapaoggi!!!!

    • Admin ha detto:

      Nessuna censura, Guido. Semplicemente, ce ne siamo accorti solo adesso. Ci sono centinaia di commenti che vanno autorizzati e poco tempo per farlo.

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